Nel corso degli ultimi decenni numerose nuove destinazioni turistiche si sono affacciate sul panorama internazionale trasformando il turismo in un settore chiave per lo sviluppo socioeconomico e per la creazione di posti di lavoro e di nuove imprese.
Negli ultimi anni, il turismo straniero in Puglia è cresciuto a un tasso medio annuo (TMA) del +10% circa. La crescita è stata costante e marcata, anche come conseguenza dell'intensa attività di promozione internazionale e di una congiuntura favorevole che ha reso la Puglia una destinazione turistica nuova, desiderata e sicura.
A partire dal 2000, in due decadi, la Puglia è passata da una notorietà pressoché scarsa sui mercati stranieri a un posizionamento leader in Italia e nel Mediterraneo (dal 2000 al 2019 gli arrivi internazionali sono più che triplicati +308,2% e i pernottamenti sono cresciuti del +156,5%). In questi stessi anni il tasso di internazionalizzazione, ovvero la quota di turisti stranieri sul totale dei turisti che hanno visitato la Puglia è passato dal 14% al 27,5% del 2019, un incremento importante anche se ancora al di sotto di quello nazionale che si attesta intorno al 50%.
Tuttavia, le potenzialità di incremento della notorietà della Puglia nei mercati turistici internazionali sono ancora ampie. Basta considerare che nel 2019 solo l'1,64% delle presenze straniere rilevate in Italia ha raggiunto la Puglia. I maggiori fattori di attrazione della regione sono legati all'ottima qualità del mare e delle spiagge (15 Bandiere Blu nel 2019), alla presenza di un ambiente non ancora troppo contaminato, alla presenza di una ricchezza enogastronomica (si pensi all'olio, ai prodotti caseari e a quelli da forno) di sempre maggiore interesse, alla facile raggiungibilità della destinaziona anche con combinazioni di viaggio aereo/auto.
La notorietà della Puglia ha ormai varcato i confini europei conquistando anche i mercati a lungo raggio (Stati Uniti d'America, Russia, Australia, Giappone, Brasile, Canada) che con maggior frequenza scelgono la regione per il proprio soggiorno turistico o per la celebrazione di eventi e meeting.
Queste analisi andranno riaggiornate non appena la pandemia attualmente in atto sarà terminata. L'UNWTO stima che nel 2020 la perdita di arrivi internazionali nel mondo si assesterà al -70% rispetto all'anno precedente.
Solo dopo questa fase di arresto totale del turismo si potrà, con un rinnovata consapevolezza, ritornare ad analizzare, pianificare e progettare il nuovo turismo post Covid-19.
Mercati UE
Nel 2011, sono stati registrati 231.275 pernottamenti di lituani nella ricettività italiana (+24,1% rispetto all'anno precedente), con 2,8 giorni di permanenza media, e 81.269 arrivi (+28,8%). Le prime regioni prescelte secondo i dati ISTAT sono state nell'ordine Veneto, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Toscana. Nello stesso anno la Puglia ha registrato appena 886 arrivi per 2.428 presenze, ulteriormente diminuite un anno dopo rispettivamente del -2,9% e del -5,6%. La Lituania ha risentito in maniera profonda dell'impatto della crisi globale che ha frenato la crescita di flussi turistici nel triennio 2005-2008, producendo nel 2009 una contrazione molto marcata sia in termini di numero di viaggi che per quanto concerne la spesa turistica recuperati solo in percentuale residua nel 2010.